La transizione tech e green dell’industria della moda e del tessuto, non è solo una moda, ma è ormai un’impellente realtà, che nessuno può permettersi il lusso d’ignorare.
Noi da anni ormai ci occupiamo attivamente di transizione tech e green dell’industria della moda, aiutando le PMI – in particolare le aziende conto terziste dei nostri distretti della moda, con progetti di finanza agevolata a fondo perduto e interamente finanziati – a formare il proprio personale al digitale, a digitalizzare gli archivi di campionario e a creare un Museo d’impresa virtuale ®.
Fino ad oggi però solo pochi imprenditori illuminati hanno compreso a fondo la necessità di fare queste attività o altre in ambito di transizione tech, che è anche green, ma finalmente arrivano gli incentivi economici per farle e speriamo che questi agevolino una reale transizione, perché non c’è più tempo da perdere!
Finalmente arrivano i finanziamenti per la transizione tech e green
Il Decreto interministeriale “Misure per la transizione verde e digitale nella moda” disposto dal Ministro delle imprese e del Made in Italy di concerto con Ministro dell’Economia e delle Finanze è datato 8 agosto 2024, ma ad oggi non ci pare che abbia suscitato particolare interesse, se si esclude qualche nota diffusa dai siti istituzionali, puntualmente riproposta da qualche articolo comparso sulla stampa economica.
In sostanza a te che sei imprenditore del settore, perché può interessare questo decreto?
Perché puoi beneficiare di un contributo a fondo perduto del 50% delle spese ammissibili, con un limite massimo di 60.000€ (ottenibili se effettui investimenti pari a 120 mila euro) in:
- attività di formazione del personale dipendente dell’impresa;
- implementazione di una o più tecnologie abilitanti finalizzate a favorire lo sviluppo dei processi aziendali o i prodotti innovativi: cloud computing, big data e analytics, intelligenza artificiale, blockchain, robotica avanzata e collaborativa, manifattura additiva e stampa 3D, Internet of Things, realtà aumentata, soluzioni di manifattura avanzata, piattaforme digitali per condivisione di competenze, sistemi di tracciabilità digitale della filiera produttiva;
- ottenimento di certificazioni di sostenibilità ambientale;
- servizi di analisi di Life Cycle Assessment (LCA).
Questa misura sarà gestita da Invitalia, e in questo Decreto sono state fissate le modalità di partecipazione: le domande dovranno essere presentate a partire dalle ore 12:00 del giorno 11 dicembre 2024 fino alle ore 12:00 del giorno 31 gennaio 2025.
Da anni aiutiamo i nostri clienti e le PMI a partecipare ai bandi di Invitalia, ma è bene approfondire alcuni aspetti indicati nel decreto, in particolare uno che ci sta molto a cuore: la blockchain.
Cos’è la blockchain?
Uno dei termini, citati nel Decreto è blockchain, la solita parola inglese, solo per gli addetti ai lavori.
In questo momento hai un vago ricordo di quando si parlava tutti i giorni di Bitcoin e di criptovalute e, facendo uno sforzo di memoria ti stai dicendo:
Deve essere una roba che serve per verificare i dati in modo molto preciso, quindi anche le criptovalute, che sono soldi e si deve sapere bene di chi sono.
In soldoni, per rimanere nel tema, la blockchain è quello che stai pensando, perchè, come dice il termine, è una “catena di blocchi” di informazioni digitali, quindi di dati tracciati in ogni loro passaggio e certificati
Come riportato nel sito di Borsa italiana:
ogni nodo del network svolge un ruolo nella verifica delle informazioni, inviandole al successivo e fissando le informazioni e transazioni su cui tutti i nodi concordano in una catena composta da blocchi, “blockchain” appunto, condivisa ed immutabile.
La tracciabilità con la blockchain del filato e del tessuto
Il più famoso utilizzo è stato infatti per il protocollo Bitcoin e di tante altre criptovalute, ma può essere utilizzata per tracciare e certificare qualsiasi processo infatti un paio di mesi fa Andrea Taborelli, CEO della Tessitura Serica AM Taborelli, in una intervista ha spiegato che i clienti richiedono sempre di più la tracciabilità del prodotto.
In base alla normativa attuale, il famoso Made in Italy è attribuito ai prodotti tessili solo grazie all’origine dell’ultimo passaggio, cioè al luogo di confezionamento, mentre essere a conoscenza dell’origine di tutte le fasi principali di un capo di abbigliamento dall’origine del filato al tessuto, fino alla stampa o alla tintura, permette finalmente al consumatore di fare scelte consapevoli.
La cosa più importante che dice Taborelli però è che non c’è più tempo da perdere!
Per noi non è certo una novità, ne parliamo già dal 2014, quando ho iniziato il mio percorso di storica della seta e della gelsibachicoltura aprendo la pagina Facebook e LinkedIn: Seta, Silk, Serico.
Possiamo aiutarti a certificare i tuoi processi con la blockchain
Come utilizzare al meglio l’opportunità di ricevere questi contributi innovando, rendendo unici e assolutamente riconoscibili i tuoi prodotti facenti parte della filiera della moda e del tessuto?
Con i nostri partner possiamo aiutarti realizzare la blockchain ed anche ad ottenere i finanziamenti di questo o di altri bandi per farlo.