I Musei della seta, sono numerosi in Italia. Perchè ti sorprendi? Perchè ti stai chiedendo:
Ma io ne conosco qualcuno? Dove sono e soprattutto cosa espongono? Tessuti e vestiti di seta? E a me interessa visitarne uno?
Il fatto che tu ti stia facendo queste domande, significa che questi Musei non hanno fatto una buona comunicazione per farsi conoscere da te e giustifica ampiamente il fatto che adesso affrontiamo insieme questo affascinante viaggio in uno dei materiali più preziosi al mondo: la seta.
Cosa sono i Musei della seta?
Il nome dovrebbe già far capire, che si tratta di luoghi nei quali si mostrano e approfondiscono tematiche legate alla produzione e lavorazione della seta.
In molti casi sono ex filande di seta ristrutturate, che espongono collezioni private oppure musei creati ad hoc.
In Italia dovrebbe essere scontato sapere cosa si può vedere in uno dei tanti Musei della seta presenti nel nostro territorio, dal momento che:
- la seta era indossata già da Giulio Cesare
- i tessuti si fabbricavano fin dal Medioevo
- Marco Polo è partito da Venezia per il suo viaggio sulla Via della seta
Invece non è affatto scontato, infatti adesso ti stai ancora chiedendo se ne conosci qualcuno nella tua città o se ne hai visto uno.
Ti diamo un aiutino: se ti diciamo Museo della seta di Como? Vediamo già un barlume nei tuoi occhi! Stai mentalmente associando Como e seta. Ma certo! Cravatte, camicie, vestiti, foulard, seterie, moda, made in Italy.
Allora in questo nostro viaggio nel mondo della seta, partiamo dal più importante Museo della seta d’Italia e vediamo come si promuove sul web.
Il Museo della seta di Como
Starai pensando:
Sono andato a Como, ma non ho vistato il Museo della seta, eppure è il più importante d’Italia. Ho visto i Musei Vaticani, gli Uffizi, il Museo Archeologico di Napoli, quelli sì che sono Musei! Si possono vedere statue, vasi, quadri, ancora statue piccole e grandi, poi quadri piccoli e grandi e vasi, anche loro sono piccoli e grandi, ma al Museo della seta…cosa ci sarà da vedere?
Nessuna statua, nessun quadro o vaso, ma il protagonista è un portento della natura, il baco da seta, che produce il bozzolo dal quale si ricava un lunghissimo filo di seta ininterrotto, per questo è prezioso, lungo da 500 m fino ad oltre 1 km. Cosa? Un chilometro? Ma c’è un errore?
Nessun errore, hai letto proprio bene e al Museo si vedono tutte le fasi del processo di lavorazione del filo di seta, dal baco da seta, alla produzione dei preziosi tessuti nelle famose seterie di Como, fino agli abiti.
In un articolo comparso su Fashion Network, il 7 luglio 2019, dal titolo “La seta di Como, il distretto che ha incantato le griffe del lusso”, il Presidente dell’Ufficio Italiano Seta, Stefano Vitali, faceva il punto sullo stato di salute del settore e sui nuovi scenari di sviluppo, a partire dall’investitura di Como a città creativa Unesco 2019.
Non si tratta quindi di un semplice Museo con esposte cose vecchie, ma della maggior raccolta in Italia di testimonianze di un comparto produttivo, ancora oggi rilevante per il nostro paese, che per secoli ha dato lavoro a tanti italiani, soprattutto italiane, e che ha arricchito e abbellito le nostre città, vanto del made in Italy nel mondo. Nel 1896 l’Italia era il primo produttore di seta d’Europa e secondo solo alla Cina (“La Vita Italiana: rivista illustrata”, 25 luglio 1896).
A quell’epoca l’Italia produceva 41.158,310 Kg. di seta greggia.
Ti abbiamo incuriosito?
Come si promuove il Museo della seta di Como sul web?
Ti sei già precipitato sul web e hai appena digitato su Google “museo della seta como”, trovando in prima posizione il suo nuovissimo sito, ottimamente posizionato. Se tu avessi anche cercato le parole chiave (keywords) “seta como” lo avresti trovato in prima posizione nella risposta di Google grazie alla cosiddetta SEO Local (ben fatto!) e la settima posizione nelle ricerche organiche (qui si poteva fare di meglio), ma l’importante è essere in prima pagina visto che tante statistiche indicano che i navigatori, spesso, si fermano lì! Ma se tu avessi cercato “seterie”, quindi la parola che identifica l’importante distretto di Como, avresti passato le prime 5 pagine risultanti dalla tua ricerca di Google (SERP) senza trovarne traccia…un’occasione persa per te ma soprattutto per il Museo che non si è fatto trovare.
E usando il nostro protagonista, il baco da seta, come parola chiave?
Purtroppo abbiamo cercato per tante pagine ma non risulta pervenuto. Altra occasione persa. Questo è il potere della Search Engine Optimization forse ti è più nota come SEO ed in italiano “Ottimizzazione per i motori di ricerca”! Lo spider di Google vede tutto, ecco perchè è importante scrivere contenuti rilevanti e corretti, solo così si fa bene il web marketing che, usando la strategia dell’Inbound marketing, è ampliato alla massima potenza.
Il tuo viaggio o buyer journey nel sito del Museo della seta di Como
Abbiamo incominciato (per te) il tuo buyer journey, ovvero il percorso d’acquisto di una visita al Museo il 17 agosto 2020 ed in qualche giorno abbiamo completato la nostra analisi che ci ha portato alla scrittura di questo articolo.
Le foto del sito del Museo della seta di Como sono professionali e accattivanti (su alcune però purtroppo manca la denominazione corretta), ci sono tanti contenuti interessanti, l’idea di visitare un museo nuovo, finalmente diverso da tanti altri musei, dove la seta e la moda sono protagoniste ti solletica, perchè la moda ti piace.
La User Experience
Hai deciso, ci vai, ma di questi tempi…meglio prenotare una visita, quindi clicchi su quel bottone giallo “prenota”. Ma no! Che delusione, la pagina è in costruzione! Non demordi, provi un altro bottone con scritto tickets, questo sicuramente mi porterà i risultati sperati ti dici mentre lo fai, ma anche questa pagina è in costruzione! Mannaggia!! Ecco che qui la tua user experience incomincia ad avere le prime crepe…e pensi “credevo fosse più facile”.
Però non ti scoraggi, vedi che nei contatti ci sono tutte le informazioni che servono orari, prezzi. Per sicurezza farai una telefonata oppure scriverai una email per sapere se in questo periodo particolare di restrizioni per il Covid-19, è tutto confermato quello che c’è scritto.
Adesso vai al bottone shop, perchè prima di fare la visita vuoi informarti ed essere preparato, sapere cosa vai a vedere, perchè le guide sono solo per i gruppi e non sono indicate la possibilità di avere audioguide per i singoli visitatori, sarà così?
Nella pagina dello shop trovi varie pubblicazioni, purtroppo senza sinossi, e un catalogo che, dalla copertina, pare interessante. Questo lo prendi, così ti documenti bene e se ci vai con gli amici fai anche una gran figura! Clicchi sul bottone info, convinto di poterlo acquistare online, e ti si apre una email.
E adesso che scrivo? Voglio questo libro. Aspetta com’era il titolo? Quanto mi fate spendere di spedizione? Quanto ci mettete a mandarmelo? E pensare, che volevo andarci questo weekend…, ma arriverà in tempo?
Così il libro non entra nel carrello! E forse cambi anche idea e al Museo della seta di Como ci andrai un’altra volta.
Il Museo della seta di Como sui Social Media
Ti sei appassionato, quindi prosegui il tuo percorso (buyer journey) di acquisto della vista che farai al Museo o della pubblicazione che hai visto nello shop, provando sui Social Media indicati nel sito, Facebook e Instagram, per vedere se almeno lì riesci ad avere risposte più rapide alle tue domande e soluzioni ai tue esigenze.
La pagina Facebook ha più di 5100 like, è curata e ben gestita, con post interessanti che mostrano approfondimenti sui materiali e sulle attrezzature esposte in Museo, ma anche qui purtroppo non si può direttamente prenotare o acquistare nulla, lo stesso su Instagram, solo inviando email o messaggi potrai prenotare la tua visita o acquistare la pubblicazione agognata.
Su Linkedin il Museo purtroppo non ha un account ed è un peccato perché, tenendo presente la valenza economica del distretto di seterie comasco, l’account darebbe maggiore visibilità negli ambiti aziendali nazionali ed internazionali.
Continuando la nostra breve analisi, ci accorgiamo che il Museo della seta di Como non ha neppure un profilo su Pinterest (oltre 330 mln account nel mondo) che, viste le peculiarità del pubblico di questo Social Media, invece lo proietterebbe velocemente nei circuiti internazionali.
Per fare web marketing in modo efficace, raccogliere fondi (crowdfunding) – dato che nel sito compare anche la pagina “Sostieni il Museo”, anche in quel caso purtroppo senza “call to action” per fare direttamente donazioni – il Museo della seta più importante d’Italia, dovrebbe essere almeno presente su tutti i principali canali sociali.
In conclusione
Per un museo oggi è indispensabile acquisire visibilità verso il proprio potenziale “cliente/visitatore/sostenitore” e per farlo al meglio è necessario utilizzare il web marketing nella sua migliore qualità ovvero attraverso la generazione di contenuti rilevanti e con la loro promozione.
Oggi 28 agosto 2020, giorno in cui questo articolo viene pubblicato, siamo rientrati nel sito e abbiamo visto che nel menù principale i bottoni shop e tickets sono “spariti”. Cercando i rispettivi termini però, essi continuano ad apparire dalle serp di Google (vedi immagini sottostanti) creando ulteriore confusione nel navigatore che partendo dai risultati del motore di ricerca e spostandosi su altre parti del sito vede scomparire delle pagine e si chiederà:
“ma dove ero finito?”