L Agenda 2030 e la sostenibilità sono temi che pervadono la nostra quotidianità sia sul fronte della docenza nell’ambito dei piani formativi che progettiamo sulla transizione green sia sul fronte del marketing culturale connesso alla nostra attività con la pagina Seta, silk, serico, con mostre e conferenze sulla storia delle filande, gelsibachicoltura, tutela dei gelsi.

E’ notizia Ansa di pochi giorni fa che:

La Presidenza del Consiglio deve ora definire urgentemente il “Piano di accelerazione” che si è impegnata a predisporre oltre un anno fa per conseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030, anche alla luce degli orientamenti politici europei proposti da Ursula von der Leyen.

Ecco perché riteniamo necessario spiegare cos’è l’Agenda 2030 e soprattutto chiarire che non riguarda solo la sostenibilità ambientale.

Green ma non solo nell’Agenda 2030

L’Agenda 2030 mira, come indicato nel suo nome completo, allo Sviluppo sostenibile ed è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU.

Sono 17 gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere entro il 2030 in ambito:

  • ambientale
  • economico
  • sociale
  • istituzionale

Sottolineiamo che la sostenibilità green non è fra i primi obiettivi:

  • il goal 7 è “Energia pulita e accessibile”
  • al 13° posto c’è la “Lotta al cambiamento climatico”
  • il goal 15 è la “Vita sulla terra” intesa come azioni rivolte a proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, contrastare la desertificazione, arrestare il degrado del terreno, fermare la perdita della diversità biologica.

Vediamo insieme i primi due obiettivi e come possono impattare sulla nostra qualità di vita e migliorarla.

Agenda 2030

Il primo goal o obiettivo dell’Agenda 2030: sconfiggere la povertà!

Il primo obiettivo dell’Agenda 2030 è porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo! Sembra un’utopia più che un obiettivo.

I traguardi concreti da raggiungere riguardano però aspetti sociali molto importanti, anche di genere e parità di diritti, sui quali ci si potrebbe soffermare a lungo e che riportiamo perchè impattano in qualche modo nella quotidianità di chiunque di noi:

  • ridurre almeno della metà la percentuale di uomini, donne e bambini di ogni età che vivono in povertà in tutte le sue dimensioni in base alle definizioni nazionali.
  • applicare a livello nazionale sistemi adeguati e misure di protezione sociale per tutti, includendo i livelli minimi ed entro il 2030 raggiungere sostanziale copertura dei poveri e dei vulnerabili.
  • assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i poveri e i vulnerabili, abbiano uguali diritti riguardo alle risorse economiche, così come l’accesso ai servizi di base, le proprietà e il controllo sulla terra e altre forme di proprietà, eredità, risorse naturali, adeguate nuove tecnologie e servizi finanziari, tra cui la microfinanza.
  • costruire la resilienza dei poveri e di quelli in situazioni vulnerabili e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi estremi legati al clima ed eventi estremi legati al clima e ad altri shock o disastri economici, sociali e ambientali.

Agenda 2030

Il secondo obiettivo dell’Agenda 2030: sconfiggere la fame ma come?

Sconfiggere la fame nel mondo non sembra un obiettivo concreto, ma una frase fatta e un luogo comune che usiamo spesso per sintetizzare quanto siano ridicole le  intenzioni di qualcuno eppure nei traguardi concreti da raggiungere ci sono ancora aspetti che ci riguardano tutti nella quotidianità e che riguardano l’agricoltura, il cibo che mangiamo e le condizioni climatiche:

  • eliminare la fame e la malnutrizione, assicurando a tutte le persone, in particolare i poveri e le persone in situazioni vulnerabili, tra cui i bambini, l’accesso a un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente per tutto l’anno.
  • raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di alimenti su piccola scala, in particolare le donne, le popolazioni indigene, le famiglie di agricoltori, pastori e pescatori, anche attraverso l’accesso sicuro e giusto alla terra, ad altre risorse e stimoli produttivi, alla conoscenza, ai servizi finanziari, ai mercati e alle opportunità che creino valore aggiunto e occupazione non agricola.
  • garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e applicare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, che aiutino a conservare gli ecosistemi, che rafforzino la capacità di adattamento di cambiamenti climatici, alle condizioni metereologiche estreme, alla siccità, alle inondazioni e agli altri disastri, e che migliorino progressivamente il terreno e la qualità del suolo.
  • assicurare la diversità genetica di semi, piante coltivate e animali da allevamento nel mondo e domestici e le loro specie selvatiche affini, anche attraverso banche del seme e delle piante gestite e diversificate a livello nazionale, regionale e internazionale, e promuovere l’accesso e la giusta ed equa condivisione dei benefici  derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e delle conoscenze tradizionali collegate, come concordato a livello internazionale.

Come possiamo contribuire all’attuazione dell’Agenda 2030?

Ognuno di noi può contribuire all’attuazione dell’Agenda 2030 in molto modi e nella quotidianità, prima di tutto conoscendola e facendola conoscere. Come già detto noi siamo formatori sull’Agenda 2030 per le aziende che hanno voluto inserire per la formazione del loro personale queste tematiche, nei piani formativi Fon.Coop progettati da noi.

L’ultimo punto del goal 2 sul tema della fame nel mondo è di grande interesse anche per la nostra attività sulla seta e gelsibachicoltura.

Si riferisce infatti sia alle piante coltivate, fra le quali s’inseriscono anche i gelsi, ormai quasi scomparsi in Italia rispetto ad un glorioso passato e che producono frutti “dimenticati”, sia all’allevamento di animali, come il baco da seta, ormai concentrato solo in pochissime nazioni nel mondo, prima fra tutte la Cina, ma soprattutto alla trasmissione delle conoscenze tradizionali, cosa che cerchiamo di fare con la nostra pagina Seta, silk serico.

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