Il Museo d’impresa cos’è?
Se proviamo a cercare “Museo d’impresa definizione” su Google, il primo risultato che emerge è la definizione di “Museo aziendale” di Wikipedia:
Il museo aziendale è il luogo in cui si materializza l’identità dell’azienda e diventa tangibile la memoria dell’impresa. Ha il compito di conservare e diffondere il patrimonio di tecnica e di arte, di rimettere in circolo la memoria storica del fare.
La definizione, non ci risulta molto chiara e in essa il termine azienda ben presto cede il posto a impresa. C’è solo una referenza bibliografica e continuando la lettura si parla di tutt’altro rispetto a quello che è un Museo d’impresa: poche idee e ben confuse.
Proviamo quindi a chiarire alcuni concetti, ma prima proseguiamo a scorrere gli altri risultati della nostra ricerca e troviamo il sito di Museimpresa.
Museimpresa: l’Associazione italiana Archivi e Musei d’impresa
Questa associazione è sorta a Milano nel 2001 e riunisce:
musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane
ed ha lo scopo di:
aggregare nuovi soggetti della cultura d’impresa, incidere sui processi di formazione, salvaguardare la memoria dell’industria italiana e valorizzare le testimonianze d’una straordinaria capacità manifatturiera che è motore di sviluppo sostenibile e cardine d’una diffusa cultura economica, sociale e civile.
Continuando nella lettura della mission di questa Associazione, capiamo ancora meglio qual’è il suo scopo e ci rendiamo conto di quanto sia importante per la valorizzazione delle nostre imprese e del Made in Italy.
I suoi obiettivi sono infatti:
Promuovere la politica culturale dell’impresa attraverso la valorizzazione degli archivi e musei d’impresa e la diffusione di standard qualitativi.
Dare visibilità, in un’ottica di sistema, al variegato fenomeno dei musei e archivi d’impresa, espressione della storia produttiva e imprenditoriale italiana.
Favorire lo scambio e la diffusione di conoscenze e di esperienze tra la comunità museale, le imprese, le istituzioni culturali e il grande pubblico.
Svolgere attività di ricerca, formazione, sviluppo e approfondimento nel campo della museologia e dell’archivistica d’impresa.
Incrementare la relazione e l’interazione tra imprese e archivi operanti sul territorio nazionale e internazionale in vista di progetti di valorizzazione comuni.
Stimolare i diversi attori istituzionali ad investire nella cultura d’impresa per impedire la dispersione di importanti patrimoni imprenditoriali.
Chi c’è nella governance di Museimpresa?
A questo punto sorge spontanea questa domanda: ma è un’associazione culturale come tante altre oppure è importante sul piano nazionale ed internazionale?
Di solito non siamo abituati a leggere nei siti chi sono i membri dei vari Consigli di amministrazione delle Associazioni, perchè sono solo nomi e non li conosciamo, ma se scorriamo l’elenco qui troviamo nomi che conosciamo bene!
- Il Presidente è il giornalista e saggista, Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda e responsabile Affari Istituzionali di Pirelli, Senior Advisor Cultura e direttore della Fondazione Pirelli.
- Vicepresidenti sono due responsabili di Musei d’Impresa (Francesca Appiani del Museo Alessi e Silvia Nicolis del Museo Nicolis)
- I Consiglieri, ad eccezione di un membro del Gruppo tecnico Cultura e Sviluppo di Confindustria, sono tutti responsabili di Musei di imprese italiane molto note come Lavazza, Peroni, Campari, Same, Barilla, Kartell e Pirelli. A questi si aggiungono i responsabili della Fondazione Dalmine e dell’Archivio storico Eni.
- I revisori dei conti sono tutti di Assolombarda.
Cos’è un Museo d’Impresa?
Ma come, siamo tornati alla nostra domanda iniziale: cos’è un Museo d’impresa?
Certo, perchè nel sito di “Museimpresa” troviamo ancora una volta, come per altro deve essere trattandosi della più importante rete nazionale ed internazionale di musei e archivi d’impresa, la definizione più calzante:
Musei e Archivi d’impresa conservano e valorizzano il proprio patrimonio industriale e culturale, mettendolo a disposizione della collettività. Straordinari veicoli di sintesi tra storia e innovazione nel nostro Paese, permettono di documentare e raccontare quanto le imprese hanno fatto e continuano a fare per la crescita economica, sociale, civile dell’Italia.
La collettività, cioè noi, visitando un Museo d’Impresa e consultando un Archivio d’impresa fisico o Archivio d’impresa digitale, possiamo quindi conoscere la storia delle imprese italiane e dei loro protagonisti, di quella creatività e Made in Italy, che tutto il mondo ci invidia e della quale nessuno ci ha mai informato, come se fosse un segreto, per l’appunto industriale!
Cosa possiamo vedere in un Museo d’Impresa?
In un museo si vedono principalmente oggetti e documenti, ma sono:
- interpretazioni
- storie
- curiosità
- memorie
- segreti
di quegli oggetti che ci appassionano quando li guardiamo.
Ci chiediamo allora: chi lo avrà realizzato quell’oggetto? Come e quando gli sarà venuto in mente? Ma davvero in quell’epoca c’era già? Cosa c’è scritto in quel documento? In quale epoca e contesto storico è stato realizzato?
Insomma c’interessa sapere e quindi trovare nelle esposizioni museali dei contenuti chiari e autorevoli, ma soprattutto che ci sia raccontata una storia.
Lo storytelling, deve essere il filo conduttore e lo strumento principale di accompagnamento del visitatore, nella sua analisi di questi:
- prodotti, attrezzi e macchinari
- documenti tecnici, amministrativi e commerciali
- manifesti e materiali pubblicitari in genere
- fotografie storiche
- filmati
Un patrimonio unico e irripetibile di creatività e capacità d’innovazione, espressione di valenze tacniche, etiche ed estetiche, un tassello della storia imprenditoriale del nostro Paese, che si conserva e si valorizza quando in molti altri casi purtroppo si è già perso o si sta inesorabilmente perdendo con la vendita a brandelli sulle piattaforme internet specializzate come ebay.
La valenza dei Musei e Archivi d’impresa non è solo culturale, come potrebbe a prima vista apparire dai termini di “museo” e “archivio”.
La loro funzione è soprattutto promozionale e di marketing per le imprese che li realizzano, ma anche di web marketing culturale e di marketing culturale dei territori, con ricadute turistiche per i distretti o le località nelle quali l’impresa si trova ad operare e per il sistema Paese, come cerchermo di spiegare in prossimi articoli.