Cos’è lo Smart Working?
Smart Working è la definizione americana, di un concetto complesso, che in questo periodo è stato banalizzato con il semplice “lavoro da casa” o “lavoro a distanza” o assimilato al “telelavoro”.
La definizione è composta dalla parola “smart”, che ormai abbiamo imparato ad conoscere ed utilizzare anche nel linguaggio comune, perchè fa parte della parola “smartphone” ed indica, a seconda dei contesti in cui è usata, qualcosa di:
- agile
- brillante
- veloce
- intelligente
- furbo
- elegante
- pronto
In America, dove già nel lontano 2008 si parlava di Smart working era definito così dal Chartered Institute of Personnel and Development (CIPD):
Lo Smart Working è un approccio all’organizzazione del lavoro che mira a promuovere una maggiore efficienza ed efficacia nel raggiungimento dei risultati del lavoro attraverso una combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione, parallelamente all’ottimizzazione di strumenti e ambienti di lavoro per i dipendenti.
Tutt’altro che il semplice “lavoro da casa” o il telelavoro!
Il lavoratore dipendente svolge pertanto la sua attività lavorativa dentro l’azienda oppure fuori dagli ambienti aziendali in totale autonomia organizzativa per quanto riguarda:
- gli orari
- i luoghi
- la postazione
- gli strumenti (propri o aziendali)
Se quindi sei un libero professionista, un consulente anche del mondo digitale o un freelance e stai lavorando da casa, perchè in questo momento non puoi andare ad incontrare i clienti, non stai facendo Smart Working!
Cos’è il Telelavoro?
Smart Working non è sinonimo di Telelavoro.
Nel Telelavoro, il lavoratore dipendente svolge la sua attività lavorativa all’esterno dei locali aziendali e da una postazione di lavoro stabilita esplicitamente nel contratto di assunzione.
Inoltre è dotato dall’azienda di tutti quegli strumenti che gli servono per lo svolgimento dell’attività di lavoro come personal computer, tablet, ecc.
A differenza di quanto previsto per lo Smart Working, gli orari di lavoro nel Telelavoro sono stabiliti nel contratto di assunzione e non possono essere modificati dal lavoratore a suo piacere.
Il caso del Comune di Cesena, dove già da due anni è attivo lo Smart Working
In un articolo apparso sul Corriere Romagna del 5 marzo 2020, nelle fasi iniziali della quarantena a causa del Covid-19, il giovane ed intraprendente sindaco, dichiarava:
Il lavoro dei nostri uffici non ha subito rallentamenti grazie all’aspetto telematico della quasi totalità dei nostri servizi che garantisce all’utente di lavorare le pratiche online e senza recarsi fisicamente agli sportelli.
Inoltre, anche i nostri dipendenti hanno la possibilità di svolgere la propria prestazione al di fuori degli uffici comunali superando i vincoli spazio-tempo del lavoro tradizionale.
Il nostro Comune è tra gli enti che hanno attivato da circa due anni la sperimentazione dello smart working cogliendo immediatamente l’opportunità normativa. Ci troviamo dunque oggi in una condizione favorevole avendo già sperimentato le modalità e definito gli strumenti per poter utilizzare il lavoro agile.
Ammirevole ciò che ha fatto questo sindaco e tanti altri dovrebbero seguire il suo esempio!
Con lo Smart Working come cambia la Cyber Security?
Abbiamo visto come nel caso del Comune di Cesena, il sindaco avesse già da due anni attivato lo Smart Working e quindi in questo periodo di quarantena lo ha solo dovuto potenziare.
Il passaggio repentino che molti hanno dovuto necessariamente affrontare in questo periodo, non deve far sottovalutare i rischi cibernetici che questo tipo di lavoro potrebbe comportare, come ha ben messo in evidenza un recente articolo del Corriere della Sera.
Gli accessi del personale dipendente da remoto alla rete aziendale, la rendono più vulnerabile ed ampliano le possibilità di attacco da parte di hacker.
Questi attacchi potrebbero carpire informazioni preziose e quindi danneggiare produttività e reputazione dell’azienda.
I danni più comuni di cui si sente parlare sono infatti furti o cancellazione di informazioni riservate, di dati protetti oppure la compromissione dei sistemi o dei servizi.
Oggi esistono Società di professionisti specializzati nella Cyber Security ai quali affidarsi, per difendersi da questi potenziali attacchi e con i quali anche la nostra Società collabora.
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